L’elevator pitch per le competenze: statistiche chiave da tenere pronte
Pare che a New York una corsa media in ascensore duri 118 secondi.
Nel caso ti capitasse di condividere una corsa (o anche una sessione secondaria su Zoom) con il CEO della tua azienda, è bene che tu abbia pronto qualcosa di cui parlare.
E se lavori nel settore formazione e sviluppo, farai bene a parlare di un punto dolente: il crescente gap fra le competenze che la tua organizzazione ha oggi e quelle di cui avrà bisogno domani.
Ecco una serie di consigli per ottenere il massimo dalla chiacchierata, insieme ad alcune statistiche che serviranno ad accendere l’interesse.
Prima di tutto, qualche dato sull’influenza che i team di formazione e sviluppo hanno sulla dirigenza
L’ultimo Workplace Learning Report ha rilevato che la funzione formazione e sviluppo ha aumentato notevolmente la sua influenza sui dirigenti rispetto a prima della pandemia. Nel 2022, il 53% dei professionisti del settore afferma che questa funzione siede al tavolo delle decisioni, rispetto ad appena il 24% nel 2020. È un momento positivo da sfruttare.
Ma anche se il 59% degli specialisti in formazione e sviluppo afferma di avere l’appoggio del CEO, rimane un 41% che non può contare su questo tipo di supporto.
Non basta quindi raccogliere sostegno per la funzione in quanto tale. Per promuovere azioni e risultati concreti, ti servirà una visione specifica del percorso da seguire: un approccio basato sulle competenze per sviluppare talenti e carriere.
Il Workplace Learning Report elenca una serie di tattiche utili per influenzare la dirigenza e i due suggerimenti principali sono questi:
Conosci la tua audience: allinea il tuo programma alla strategia aziendale generale, ma sforzati anche di capire le priorità e i progetti personali del CEO per poi dimostrare il contributo che può dare la formazione.
Parla la stessa lingua: i dirigenti hanno poco tempo. Misurano il valore delle idee non sempre in base alla quantità di dettagli che fornisci, ma in base alla velocità con cui riescono a capirle. La comunicazione deve essere breve, generale e incentrata su priorità, rendimento e profitti.
In altre parole, devi presentare dati e fatti concreti che facciano presa sugli interessi dei senior leader, e farlo in modo conciso. Ora continua a leggere per scoprire una serie di statistiche e informazioni chiave che ti aiuteranno a dimostrare in modo rapido e convincente l’importanza di pianificare una formazione incentrata sulle competenze.
Perché le competenze sono fondamentali: statistiche utili
(Se non diversamente specificato, tutte le statistiche derivano da ricerche e sondaggi originali di LinkedIn presentati nel Workplace Learning Report 2022).
Secondo il 49% degli intervistati, i dirigenti temono che i dipendenti non abbiano le competenze giuste per attuare la strategia aziendale.
Allo stesso tempo, il 46% afferma che il gap di competenze nella propria organizzazione è aumentato. C’è quindi una crescente comprensione del problema che i team di formazione e sviluppo vorrebbero risolvere. Puoi fare leva su questa presa di coscienza (o promuoverla) scendendo nei dettagli: quali sono le competenze necessarie per il futuro della tua organizzazione? Che cosa manca esattamente alla forza lavoro? Come sviluppare queste competenze?
Il 79% degli specialisti in formazione e sviluppo concorda: riqualificare un dipendente costa meno che assumerne uno nuovo.
La maggior parte degli stakeholder aziendali annuirà alla premessa di base: in fin dei conti, è come l’adagio secondo cui trattenere i clienti già acquisiti è più facile che acquisirne di nuovi. Ma questo dato aggiunge contesto e peso, perché sono davvero tantissime le persone che la pensano così.
Le aziende con ottimi programmi di mobilità interna riescono a trattenere il personale per 5,4 anni in media: il doppio rispetto a quelle meno attive su questo piano.
Oggi la retention dei dipendenti è fra le più grandi priorità dei CEO. Promuovere la mobilità interna, e implementare una strategia di sviluppo delle competenze che ne garantisca il successo, ha un valore molto chiaro in quest’ottica. È solo uno dei modi in cui i team di formazione e sviluppo possono rafforzare la retention.
Principalmente, i dipendenti si impegnano nella formazione: 1) se li aiuta a rimanere aggiornati sul settore; 2) se è personalizzata in base ai loro interessi e obiettivi professionali; e 3) se li aiuta a cambiare posizione internamente, a essere promossi o a raggiungere i loro obiettivi di carriera.
Uno degli ostacoli storici per l’adozione dei programmi di formazione e sviluppo è il fatto che i dipendenti non li ritengono utili a livello personale. È facile capire e spiegare come un approccio dinamico basato sulle competenze risponda direttamente ai tre fattori motivanti citati qui sopra.
Solo il 30% delle aziende afferma che i propri dipendenti hanno le competenze necessarie per il futuro.
Questo dato, che emerge da un sondaggio condotto lo scorso anno dall’Institute for Corporate Productivity tra i dirigenti di aziende e del settore HR, indica come si possa ottenere un chiaro vantaggio competitivo agendo attivamente per preparare la forza lavoro al futuro attraverso lo sviluppo delle competenze.
Da qui si può passare a una conversazione su come realizzare concretamente l’idea. Per prima cosa occorre definire uno strumento per valutare sulla base dei dati quali sono le competenze e i gap della forza lavoro (nel sondaggio appena citato, solo il 10% delle aziende ha dichiarato di avere un database o un inventario delle competenze del personale con i profili di tutti i dipendenti). La fase successiva consisterà nell’identificare gli strumenti giusti per colmare i gap su larga scala.
La pianificazione basata sulle competenze è la chiave per creare strategie di formazione e sviluppo capaci di fare leva sui fattori motivanti dei dipendenti e di rispondere a una delle grandi preoccupazioni dei dirigenti. I numeri lo confermano senza margine di dubbio.
Ora non ti resta che lanciarti nel tuo elevator pitch sulla base di questi dati, ottenere l’appoggio della dirigenza e mettere in atto i tuoi piani.
Anne McSilver
Joyful Content Leader | Brand Editorial Strategist
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